Come si effettua la marcatura sui prodotti

La marcatura è un’indicazione obbligatoria che deve essere presente su qualsiasi tipo di prodotto e deve essere apposta dal produttore o da chi lo immette sul mercato. Si tratta dei dati di codifica di un prodotto, che consentono alle autorità di risalire al produttore e di verificare l’autenticità dell’oggetto posto in vendita; servono, però, anche al consumatore, per conoscere la data di scadenza e di confezionamento, nonché diverse informazioni sull’origine e le proprietà di un bene.

Come si marcano i prodotti

La marcatura deve essere impressa sul prodotto in modo che non sia possibile manometterla e che non si possa cancellare in modo accidentale. Oltre a questo è importante comprendere che ogni prodotto presenta peculiarità a sé stanti, che riguardano la temperatura e umidità dei locali di conservazione, l’eventuale possibilità che l’involucro sia esposto alle intemperie e non ultima la questione del materiale.

Per tutti questi motivi i produttori utilizzano apposite stampanti per apporre le marcature sui prodotti, direttamente sugli involucri o su etichette da apporre al momento. In alternativa è possibile utilizzare marcatori laser, che invece di stampare la codifica la incidono sul materiale. Ogni metodo di marcatura deve consentire di stampare più linee di testo, di lunghezze varie e con vari orientamenti, in modo che sia possibile sfruttarli sia per le confezioni dei prodotti, sia sugli imballaggi successivi.

Cosa dice la marcatura

Le norme che regolamentano la marcatura dei prodotti variano a seconda della tipologia di prodotto: i prodotti alimentari, ad esempio, presentano norme più stringenti rispetto ai ricambi per auto. Di fatto questi codici, più o meno brevi, contengono informazioni essenziali che riguardano il prodotto contenuto all’interno di una bottiglia, di una scatola, di una cassetta o di un sacchetto in plastica.

Tali informazioni sono varie e possono essere il numero del lotto di produzione, il luogo di produzione, la data di confezionamento o addirittura il codice del soggetto che ha effettuato il confezionamento. Alcuni prodotti devono avere stampigliata anche la data di scadenza o entro cui è preferibile consumarlo; la marcatura può essere effettuata anche in sede di vendita, ad esempio dagli importatori e dai confezionatori, anche nella GDO.

Grazie ai dati di codifica presenti nella marcatura è possibile per il consumatore, ma anche per le forze dell’ordine, seguire la filiera di un prodotto, verificarne la data e il luogo di confezionamento o anche ritirare i prodotti che hanno manifestato delle disconformità.

Le tecnologie impiegate

Per preparare la marcatura di codifica dei prodotti si utilizzano appositi strumenti, detti marcatori. Di fatto si potrebbe definirli delle stampanti, che hanno però caratteristiche particolari. Si utilizzano sia sistemi di stampa tradizionali, come il getto di inchiostro o la stampa a laser, sia sistemi innovativi, come abbiamo detto per i marcatori laser a fibra o a Co2.

Gli inchiostri e i sistemi di stampa usati da questi dispositivi devono essere approvati da appositi enti di controllo, soprattutto se è evidente l’eventualità che entrino in contatto con degli alimenti.

In alcune situazioni è poi essenziale che il marcatore possa resistere in condizioni limite, ad esempio in ambienti fortemente climatizzati, con presenza di polveri nell’aria, o ad elevata umidità. La scelta di un marcatore non può quindi prescindere dall’analisi delle esigenze della singola realtà che lo utilizzerà nel quotidiano.

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