Post-voucher: le varie alternative disponibili

Voucher aboliti, è tempo di trovare qualcosa di nuovo. I buoni lavoro, i famigerati voucher di cui si continua tanto a parlare, erano infatti ormai finiti fuori controllo e la loro “dipartita” era nell’aria da tempo. Dipartita che però forse è stata troppo rapida, lasciando un vuoto preoccupante relativo a tutte quelle situazioni lavorative (lavori occasionali e stagionali) per cui i voucher erano stati introdotti, finendo però per diventare fonte di abusi e illegalità.

Con la loro abolizione tornano però in auge formule contrattuali poco utilizzate ma comunque a disposizione dei giovani, dei pensionati e dei cassaintegrati desiderosi di essere messi in regola. Vediamo quindi quali sono questi contratti.

In realtà le alternative ci sono. La prima è il contratto a chiamata o contratto intermittente. Destinato a giovani con età inferiore a 24 anni e a lavoratori con più di 55 anni, anche pensionati, ha un limite massimo di 400 giornate nell’arco di tre anni con lo stesso datore di lavoro. Questa forma di contratto possiede inoltre due tipologie: con obbligo di risposta (con relativa indennità di disponibilità”, e senza obbligo di risposta (ma senza indennità).

Un’altra formula è ovviamente quella del contratto a tempo determinato o a termine. Esso prevede un limite complessivo di 36 mesi con un massimo di cinque tra proroghe e rinnovi. Questo contratto è a scadenza anche breve e ha un costo come quello di un contratto a tempo indeterminato, con tredicesima, ferie e Tfr.

Strettamente imparentati con i precedenti, troviamo poi i contratti stagionali, che possono non rispettare il limite dei 36 mesi e danno il diritto di precedenza per successive assunzioni. Sono contratti utilizzati soprattutto in agricoltura, per la raccolta di frutta e verdure, vendemmia oppure per la produzione alimentare (panettoni, gelati). Un altro tipo di contratto è quello in somministrazione, che può essere a tempo determinato o indeterminato.

Infine, oltre ai contratti dipendenti, troviamo le varie tipologie di lavoro autonomo, come le collaborazioni occasionali, con o senza partita Iva. Abolite le collaborazioni a progetto, anch’esse soggette a notevoli abusi, le collaborazioni rimaste sono funzionali a rapporti con professionisti ma devono essere collaborazioni autonome genuine, pena la trasformazione in un contratto subordinato. In attesa di ciò che verrà presto deciso, (si pensa a una probabile nuova forma di voucher), si nota come restino comunque formule che possono rispondere ai diversi bisogni. Alcune possono avere dei costi maggiori, altre essere soggette a trasformazioni se mal impostate.

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