Il clima sta cambiando: la ricetta per resistere secondo Coldiretti

Le denunce degli ambientalisti si susseguono ormai senza soluzione di continuità: se non cominceremo a proteggere seriamente il nostro pianeta nell’arco di qualche secolo non avremo più un luogo in cui vivere. In film post apocalittici non sono più così lontani e l’innalzamento vertiginoso delle temperature e la siccità sono soltanto un assaggio di quanto sta per arrivare.

I dati di questo 2017 sono infatti addirittura più negativi delle previsioni: nel 2017 in Italia sono caduti appena 251 millimetri di pioggia, ben il 30% in meno rispetto alla media di riferimento che hanno causato una storica siccità e creato le condizioni per la siccità e il diffondersi degli incendi. In mezza Italia è emergenza idrica e gli incendi mettono a dura prova le risorse nazionali e di ciascuna regione.

A presentare questi dati allarmanti è la Coldiretti, in occasione dell’assemblea dell’Associazione nazionale bonifiche e irrigazioni (Anbi), sulla base dei dati Ucea, nel sottolineare che ad aggravare la situazione sono anche le alte temperature.

La primavera 2017 dal punto di vista meteorologico, è stata in Italia secondo il Cnr la seconda più calda dal 1800 ad oggi, con un’anomalia di +1,9 gradi ma a giugno l’anomalia è stata addirittura di +3,2 gradi che ha provocato un mix esplosivo. L’associazione ha così spiegato quanto accaduto negli ultimi tempi:

Con il prolungarsi dell’assenza di pioggia l’allarme siccità si è ormai esteso ad oltre i 2/3 della superficie agricola nazionale interessando praticamente tutte le regioni, anche se con diversa intensità, con perdite secondo la Coldiretti ormai ben superiori al miliardo, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro, ma anche i vigneti e gli uliveti e le attività di allevamento. A preoccupare è anche l’avanzata delle fiamme che ha travolto frutteti e uliveti oltre a migliaia di ettari di bosco. Ogni ettaro di macchia mediterranea – precisa ancora la Coldiretti – è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che a seguito degli incendi sono andate perse. Nelle foreste andate a fuoco – continua la Coldiretti – sono impedite per anni anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi, dei funghi e dei piccoli frutti.

Insomma, niente acqua, animali uccisi, divieti di coltivazione, perdite di raccolto, temperature in aumento e la lista sarebbe ancora lunghissima. Come porre rimedio: uso razionale dell’acqua e innovazione con colture meno idro esigenti potrebbe essere un suggerimento.

Di fronte alla tropicalizzazione del clima – sostiene il presidente di Coldiretti Moncalvo – se vogliamo continuare a mantenere l’agricoltura di qualità, dobbiamo organizzarci per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi con interventi strutturali che non possono essere più rimandati. Occorrono – ha concluso Moncalvo – interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, creando bacini aziendali e utilizzando le ex cave e le casse di espansione dei fiumi per raccogliere l’acqua piovana.

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